C’è qualcuno, a queste latitudini, tanto pazzo da intitolare un articolo “Ecco perché dovreste comprare vino economico”? Forse sì, ma dovrebbe aspettarsi di venir sotterrato da una valanga di contumelie.

Per quanto nessun esperto si sogni di affermare la proporzione diretta tra qualità e prezzo, da noi si dà per scontato che una bottiglia “decente” non possa costare solo pochi euro. Ma è proprio vero?

Dipende, in effetti, da come si imposta la questione. È probabile che per un “palato” avvezzo al consumo d’una grande varietà di vini pregiati, la differenza ci sia. Per tutti gli altri, come dimostra l’articolo (un video, in realtà) la risposta è no.

Gli autori dell’esperimento in questione hanno sottoposto all’assaggio di alcune persone (non esperti, semplicemente persone) tre vini: uno in commercio per 8 dollari, uno per 14 e un terzo per 43. Risultato: il gradimento degli assaggiatori (ai quali è stato tenuto nascosto il prezzo delle bottiglie) è caduto in larga parte sui primi due.

Ciò significa che il gusto delle “cavie” - cittadini americani di diversa estrazione - non era abbastanza raffinato e sviluppato o che, in effetti, il vino costoso non sarebbe in effetti “più buono” di quello economico? E, anche se lo fosse, è ipotizzabile che sia cinque volte “più buono”, come il rapporto di prezzo tra il vino da 43 dollari e quello da 8 potrebbe lasciare intendere.

Io ho questa impressione: se da una parte l’approccio degli autori del video (americani ) è esclusivamente pragmatico (conta cosa “piace” rispetto a ciò che è “buono”), forse troppo pragmatico (non prevede nessun margine di miglioramento della cultura gastronomica personale), il nostro è al contrario vago e pretenzioso: sostanzialmente assegna al vino un valore di status legato al lusso e indipendente dal giudizio personale.

Una sola cosa unisce le due sponde dell’Oceano: anche gli assaggiatori americani, a volte, apprezzano di più il vino costoso rispetto a quello economico: quando viene rivelato loro il prezzo.

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