Dunque. Anche oggi avrei da scrivere di una ricerca universitaria e anche oggi - come dubitarne? - riuscirei a essere arguto e spassoso. Ma perché accontentarsi di un poco di spirito quando si può arrivare davvero al fondo delle cose? La ricerca cui accennavo, condotta alla High Point University, negli Stati Uniti, era indirizzata a valutare l’influenza del narcisismo nell’uso dei social network. Risultato: il narcisista più giovane usa Twitter, quello più “maturo” preferisce Facebook. Ricavateci quel che volete: se ne venite a una, mettete qualcosa su Twitter o Facebook. Per me - giovanissimo maturo - è lo stesso.
A interessarmi davvero, in questa ricerca, è il narcisismo, che mi sembra un tratto piuttosto diffuso nel moderno consorzio umano. Come hanno fatto gli scienziati a valutarlo, soppersarlo, misurarlo? Credevo fosse una domanda destinata a rimanere senza risposta fino a quando ho scoperto che esiste un misuratore certificato di narcisismo. È un test e si chiama Narcissistic Personality Inventory. In quaranta domande, il test non si limita a stabilire se siete narcisisti o no; stabilisce piuttosto in che grado lo siete: poco, tanto, tantissimo, “falla finita e sposati con te stesso”.
Le domande, a dire il vero, non sembrano scaltrissime. Si tratta di scegliere tra due opzioni . Un esempio: «A) sono molto deciso; B) vorrei essere più deciso». Oppure: «A) sono sempre sicuro del fatto mio, B) a volte non sono sicuro del fatto mio». Viene il sospetto che, seguendo questa tecnica, in luogo di 40 domande ne basterebbe una: «Sei narcisista? A) sì, B) no».
Resta intatto comunque, almeno per me, l’ interesse per questo tratto della personalità che potrebbe essere considerato patologico se, in fondo, non fosse così umano, potrebbe essere definito un difetto se non fosse necessario per amare, come estensione di se stessi, anche gli altri. E comunque, in questo campo, tutto mi sembra ancora da discutere e da ridiscutere, da studiare e da ristudiare. Specie da quando è comparso Renzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA