Abbiamo trovato numero un nuovo Odioso Pubblico Numero 1. È quel tizio che parcheggia la Ferrari (!) in via Montenapoleone (!!) su un posto per disabili (!!!) e quando un papà che accompagna il figlio disabile protesta, lo manda a quel paese (!!!!). L’episodio è finito nel calderone dei social e il fetentone in supercar è stato sbeffeggiato e insultato a destra e a manca, con sollievo di Verstappen che, almeno per un momento, si è sentito fuori dal cerchio dell’infamia.
Il cretino in Ferrari merita ovviamente questo e altro ma, vista la magnitudine della sua coglioneria, dubitiamo che per lui ci sia possibilità di redenzione. Dovremmo invece preoccuparci per noialtri che giustamente vibriamo di indignazione alla lettura della notizia, ma siamo anche inclini, una volta sbollita la rabbia, a perdere l’occasione di imparare qualcosa di utile. Perché noi non saremmo mai capaci di un simile atteggiamento di arroganza e improntitudine, questo no, ma di qualche piccola -minuscola, addirittura - vigliaccheria magari sì. Non disprezzeremmo mai i più deboli come ha fatto l’ottuso a quattro ruote di Milano, ma ogni tanto non possiamo evitare di compiacere, almeno un poco, i potenti e di avere un occhio di riguardo per il denaro, la bellezza e la fama.
Insomma, la coglioneria del ferrarista di via Napoleona è tale da creare in noi, per contrasto, una spinta all’autoassoluzione per i nostri difetti. Invece l’autocritica è cosa che non passa mai di moda. Neppure in via Montenapoleone.
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