Quando un missile vola nel cielo e abbatte un aeroplano con 295 persone a bordo - alcune dirette in vacanza, altre a casa e altre ancora, come è accaduto con il velivolo malese, prossime a una conferenza tra studiosi dell’Aids - viene da riflettere, e tanto, sui pericoli che ci circondano. Non c’è altra questione, in realtà. I pericoli insiti alla condizione umana, e pertanto inevitabili, li conosciamo, quelli fabbricati dalle nostre stesse mani, un po’ meno.
Qualcuno, dotato di cervello, iniziativa e perfino un poco di faccia tosta, si è dato da fare per stilare una lista delle “Cinque più grandi minacce all’esistenza dell’uomo”. Il risultato, come vedremo, ci porta al futuro partendo decisamente dal passato.
Secondo l’autore della lista, il danno ancora oggi più serio per che l’uomo può portare a se stesso è quello di una guerra termonucleare. È ben vero che solo in due occasioni - Hiroshima e Nagasaki - la bomba atomica è stata effettivamente impiegata, ma da allora gli arsenali sono cresciuti in modo esponenziale e, cosa anche peggiore, la loro accessibilità si è frammentata. Uno scambio di legnate nucleari, insomma, non è affatto impossibile e, sotto un certo profilo, risulta perfino probabile.
Pericolo numero due: un’epidemia biotecnologica, ovvero provocata da un accidente fabbricato in laboratorio. Il rischio di contaminazioni dolose è basso, ma il potenziale aggressivo degli agenti patogeni cresce di continuo e incidenti sono sempre possibili.
Terza minaccia: le superintelligenze. La potenza e la velocità di calcolo dei computer è una gran bella cosa, ma può facilmente venire male indirizzata. Al quarto posto troviamo le nanotecnologie, il cui impiego nel settore militare potrebbe fornirci presto di armi devastanti.
Infine, minaccia, numero cinque, «il pericolo che ancora non conosciamo». Parrebbe un’ingenuità, da parte del nostro esperto, concludere così la lista. Se non che, lo sappiamo, ha ragione: siamo sempre stati il nostro peggior nemico. Perché sottovalutarci proprio adesso?
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