Puntata interessante, quella di "Porta a Porta" in onda lunedì 21 maggio. Ma che dico interessante? Puntata meravigliosa.
L’onere di commentare i risultati dei ballottaggi, Bruno Vespa lo aveva affidato a Fabrizio Cicchitto (Pdl), Nicola Latorre (Pd) e Gian Luca Galletti (Udc), oltre ai giornalisti Maurizio Belpietro, direttore di "Libero", e Antonio Polito, editorialista del Corriere. Tutta gente mica da poco e mi riferisco in particolare ai politici. Potreste incontrare un Cicchitto per strada e non dargli due soldi, ma in realtà è un tipo che la sa lunga. Colto, forbito, esperto: è uno che se lo metti bendato in Parlamento torna dritto al suo scranno senza mai inciampare. Latorre e Galletti, poi, sono due vecchie volpi: gente che si è fatta indicare la strada della bouvette una volta e non l’ha più dimenticata, tipi ai quali una diaria parlamentare non scappa neanche se si traveste da Toro Seduto.
Non stupisce dunque che tre cervelli di questa qualità, più quelli dei giornalisti Belpietro e Polito, senza dimenticare il capoccione di Vespa, abbiano prodotto fuochi d’artificio.
Il tema, meravigliosamente sviluppato, era: «Perché diavolo la gente non ci vota più?»
In quanti modi si può declinare il vuoto? Infiniti, secondo Cicchitto. Anche di più, secondo Latorre e Galletti. Perché è facile dire «non ci votano più», ma interessante è capire se «non votando nessuno, intendono non votare più noi o più voi». E se stavolta «non hanno votato di più noi che voi», magari la prossima «non voteranno di più voi che noi». Bisogna vedere i flussi, i dati, le tendenze, gli apparentamenti, i sondaggi, le percentuali e le alleanze. Mettetevi comodi che c’è tutto il tempo perché, che ci votino o no, l’importante è resistere: questa mania di non votare prima o poi passerà e bisogna assolutamente tenere occupato il posto da Bruno Vespa
L’onere di commentare i risultati dei ballottaggi, Bruno Vespa lo aveva affidato a Fabrizio Cicchitto (Pdl), Nicola Latorre (Pd) e Gian Luca Galletti (Udc), oltre ai giornalisti Maurizio Belpietro, direttore di "Libero", e Antonio Polito, editorialista del Corriere. Tutta gente mica da poco e mi riferisco in particolare ai politici. Potreste incontrare un Cicchitto per strada e non dargli due soldi, ma in realtà è un tipo che la sa lunga. Colto, forbito, esperto: è uno che se lo metti bendato in Parlamento torna dritto al suo scranno senza mai inciampare. Latorre e Galletti, poi, sono due vecchie volpi: gente che si è fatta indicare la strada della bouvette una volta e non l’ha più dimenticata, tipi ai quali una diaria parlamentare non scappa neanche se si traveste da Toro Seduto.
Non stupisce dunque che tre cervelli di questa qualità, più quelli dei giornalisti Belpietro e Polito, senza dimenticare il capoccione di Vespa, abbiano prodotto fuochi d’artificio.
Il tema, meravigliosamente sviluppato, era: «Perché diavolo la gente non ci vota più?»
In quanti modi si può declinare il vuoto? Infiniti, secondo Cicchitto. Anche di più, secondo Latorre e Galletti. Perché è facile dire «non ci votano più», ma interessante è capire se «non votando nessuno, intendono non votare più noi o più voi». E se stavolta «non hanno votato di più noi che voi», magari la prossima «non voteranno di più voi che noi». Bisogna vedere i flussi, i dati, le tendenze, gli apparentamenti, i sondaggi, le percentuali e le alleanze. Mettetevi comodi che c’è tutto il tempo perché, che ci votino o no, l’importante è resistere: questa mania di non votare prima o poi passerà e bisogna assolutamente tenere occupato il posto da Bruno Vespa
© RIPRODUZIONE RISERVATA