Il premio

Il premio

Domanda: chi è Vivian Maier? Risposta: nessuno. Nessuno era ieri e nessuno è anche oggi. E proprio qui sta la sua grandezza.
Ricapitoliamo. Un agente immobiliare di Chicago appassionato di anticaglie compra all’asta una scatola. La apre e scopre che contiene centomila negativi fotografici. Scene di strada, scatti di vita quotidiana: immagini di una bellezza sconcertante, che d’istinto fanno pensare al grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson. Solo che non si tratta di Henri Cartier-Bresson ma di Vivian Maier.
E qui si torna alla domanda di cui sopra: chi è Vivian Maier? L’agente immobiliare già citato cerca di scoprirlo. Risultato: era una donna di origini franco-austriache trasferitasi negli Stati Uniti nel 1950 per svolgere il mestiere, tutt’altro che artistico, di governante. Non risulta che fino al giorno della sua scomparsa, nel 2009, abbia fatto altro. Se non dar sfogo, segretamente, a una passione per la fotografia. Ma "passione" è una parola insufficiente a descrivere la grandezza del suo talento: gli scatti di Vivian Maier appartengono incontestabilmente all’Olimpo dei grandi. Ora si cerca nella sua vita una traccia, sia pur minima, di eccezionalità: interrogati, amici e conoscenti l’hanno descritta «eccentrica», di carattere «non facile». E tuttavia non straordinaria, non geniale, non particolare. Il che, forse, lascia deluso chi pensa che il talento sia una sorta di trasfigurazione mistica. Ma non coloro che - da Omero e Shakespeare in poi - pensano al genio come a un bizzarro premio concesso alla normalità.

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