Il presidente sono io

Viviamo in un mondo difficile, questo si è capito, e la difficoltà maggiore sta nel sovraffollamento. Non tanto di persone (a volte ne basta una sola per creare un effetto di costrizione), quanto di stimoli, informazioni, opzioni, sollecitazioni. Tutto reclama la nostra attenzione e sempre nello stesso istante. Il problema di vivere, oggi, è il problema di che cosa rispondere, quando e a chi. In quale ordine, in quali tempi e, onde garantirci respiro e sopravvivenza, come e quando rifiutarci di reagire, affermando con forza il nostro diritto a ignorare i molestatori. Una formula non facile da trovare: lasciati a noi stessi, spesso tendiamo agli estremi. Ci sforziamo di fare tutto e, nel momento in cui constatiamo che è impossibile, allora, piccati, ci rifugiamo nell’atteggiamento opposto: al diavolo, io stacco la spina.

Per fortuna, a soccorrerci, ci sono gli americani e le loro liste. Di fronte a problemi complessi, organizzativi, morali e perfino esistenziali, oltreoceano tendono a congegnare soluzioni sotto forma di procedure, elenchi, atteggiamenti preordinati, passi da seguire per arrivare - soddisfatti o rimborsati - al traguardo designato.

Nel caso nostro, di fronte alla cacofonica aggressione degli stimoli, un autore americano propone, in una lista composta di sei punti, la soluzione perfetta. Noi, ancora più bravi, la condensiamo in un punto solo: per sopravvivere all’assalto degli stimoli occorre comportarsi come il presidente degli Stati Uniti.

Eh sì, secondo l’autore di cui sopra il presidente non è tenuto a ricordare i suoi impegni: qualcuno li tiene a mente per lui. Il presidente, inoltre, non occupa la mente pensando a ciò che dovrà fare tra un’ora: il suo staff glielo saprà dire al momento giusto. L’obiezione che noi non disponiamo di uno staff, secondo l’autore non regge: ci sono le agende, le app e altre liste, ancora liste, da compilare per organizzare le nostre ore e le nostre priorità. Tutti presidenti fai-da-te, insomma: così dovremmo diventare. Il pensiero già mi terrorizza: quasi quasi ne approfitto e mi dimetto.

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