Se per caso uno di questi giorni vi trovaste su YouTube, provate a digitare “Buzz Aldrin punch”. Vi troverete davanti un breve filmato in cui l’anziano astronauta, appartenente all’equipaggio di Apollo 11, il primo a scendere sulla Luna, viene affrontato da un tizio in giacca nera che, si scoprirà poi, è un noto “negazionista”, uno di quelli secondo i quali le missioni sul satellite sono state una messinscena.
L’uomo si avvicina ad Aldrin e lo apostrofa. “Lei è quello che dice di essere stato sulla Luna ma non è vero”. L’astronauta replica: “Stia lontano da me”. L’uomo passa agli insulti: “Lei è un vile e un bugiardo”. A quel punto, sui due piedi, Aldrin organizza un Apollo 11/bis: il suo pugno destro decolla come un razzo e atterra dritto sulla bocca dell’uomo, al quale, a quel punto, risulta difficile negare che almeno quella missione sia stata portata a compimento.
L’uomo colpito è peraltro soddisfatto: chiede se la scena sia stata filmata, convinto di aver dimostrato che Aldrin è un buffone e non sa reggere il confronto con i fatti.
In realtà, è vero l’opposto. Aldrin è stato insultato da un somaro in cerca di pubblicità e ha reagito con le mani invece che con la bocca. Un errore, ma la Storia rimane dalla sua parte. Questo è tanto vero che il suo pugno, benché non recente (il video risale a qualche anno fa) è oggi di perfetta attualità. Tali e tanti sono gli spacciatori di fandonie (c’è chi nega i crimini nazisti, chi sparge falsità sull’efficacia dei vaccini, chi fa letteratura sulle scie chimiche, chi dipinge scenari social-economici di pura fantasia horror) che il cazzottone astronautico andrebbe preso a emblema. Non per emularlo, questo no, ma per piazzarlo idealmente sulla faccia di chi, per interesse, vanità e puro cinismo, spaccia fesserie approfittando del fatto che oggi è facile farle circolare. Sappiate che c’è un antidoto a tutto ciò: il pugno di Buzz. Da usarsi non in senso fisico e letterale, ma come vigoroso e saggio promemoria per la nostra salute mentale e sociale.
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