Il punk dei tristi

Triste e arrabbiato? Ti trovi spesso in disaccordo con gli altri? Meglio ancora: provi un sottile piacere nel metterti di traverso rispetto alla corrente, guardare dall'alto la stupidità altrui, respingere tutto ciò che è di moda, salutare, doveroso e, per usare una parola che immancabilmente mi fa saltare i nervi, “buonista”? Complimenti: potresti essere un rappresentante dell'ultimo trend, quello più nuovo, come ogni vero trend deve essere, ed esclusivo.

I membri di questo trend riconoscono se stessi (più o meno) nella definizione di “curmudgeon” e si innestano in un “meme”, ovvero un fenomeno Internet, che diffonde un atteggiamento “grumpy”, sarebbe “imbonciato” o “irritato”, nei confronti della vita.

I “curmudgeon” sono la risposta inevitabile a una stagione storica che, se ci pensate, ha fatto del pensar positivo un'imposizione quasi intollerabile. Ignorando i segnali di una società spesso violenta e ipocrita, media e tv diffondono a piene mani filosofie prêt-à-porter che invitano alla calma, promuovono il benessere, servono tisane, ordinano serenità mentale e, non di rado, infliggono purghe e clisteri. Non che invitare a mangiar sano, fare esercizio, ed essere sereni siano pessimi consigli: stanno però creando un clima di omologazione culturale contro il quale era logico aspettarsi che qualcuno si ribellasse. Come il punk si ribellò alla musica troppo patinata, i “curmugedon” alzano la loro imbronciata bandiera contro la dittatura dello yoga, dell'avocado e degli Omega3.

Naturalmente, la ribellione diventa sottocultura e la sottocultura diventa omologazione. I “curmudgeon” comprano (anche se lo shopping sarebbe loro precluso) “curmudgeon clothing”, vestiti noti online anche come #grumpcore, e visitano siti che propongono loro “design per chi non ha una vita”: stayhomeclub.com Non ho nulla contro le mode e neppure contro i trend e non detesto affatto le sottoculture: aggiungono sempre qualcosa alle nostre vite e rivelano le energie che muovono la società. Vorrei precisare però una cosa: se mi trovate incazzato, non pensate che sia per moda.

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