Dicono - e mostrano - le cronache che il regalo di Berlusconi per i 65 anni di Putin è stato un copripiumino matrimoniale con l’impressione di una loro foto mentre si stringono la mano. Mai come in questa occasione si imporrebbe la cortese replica di rito: “Ma non dovevi!” Con l’aggiunta, nella circostanza, di una convinta enfatizzazione: “No, sul serio Silvio: non dovevi!”
Scrivo questo non tanto per far dell’ironia sul brutto regalo di Berlusconi, quanto per solidarizzare con lui: anch’io sono un pessimo “regalatore”. E dire che ce la metto tutta per infondere nei regali quel “retropensiero” affettuoso che si vorrebbe arrivasse alla persona oggetto dell’omaggio. Purtroppo, i miei retropensieri sono evidentemente tortuosi e criptici: nulla arriva all’omaggiato se non un regalo fuori luogo, che raramente tiene conto dei suoi gusti e delle sue inclinazioni.
Ciò non mi impedisce di essere, spesso, un “regalatore” convinto e perfino generoso. Brutto segno, questo, perché indica senza dubbio l’intenzione nemmeno troppo nascosta di “comprare” l’affetto, o la stima, altrui. Per fortuna, non dispongo di un ego della misura di quello berlusconiano - chissà quanto paga solo di occupazione del suolo pubblico - e ciò mi ha sempre trattenuto dal regalare al prossimo lenzuola con la mia faccia e, se per questo, anche federe e coperte. Chi ha voluto vedere a mia faccia a letto ha dovuto affrontare circostanze diverse. Ma questa è un’altra storia.
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