Il relitto

Il relitto

Gli scambi di denaro tra umani non mi indignano molto, in nessuna situazione, se non quelli palesemente funzionali a recar danno a qualcuno, e pertanto posso con onestà risparmiarvi un pistolotto sui presunti 57mila euro intascati dal comandante Francesco Schettino per l’intervista esclusiva a Mediaset. Diciamo che l’operazione non mi sembra paragonabile a una transazione a beneficio dell’Unicef e finiamola lì.

A disturbarmi, e molto, è l’intervista in sé, in cui Schettino, come Fonzie era impossibilitato a dire «Mi dispiace», non riesce a pronunciare la frase: «È stata colpa mia». Piuttosto, si comporta come in plancia: naviga troppo vicino agli scogli e finisce per sbatterci contro.

Sentiamo dalla sua viva voce: «Codardo è chi in una situazione di pericolo, cerca di trarne vantaggio». No, codardo è chi in una situazione di pericolo, avendo la responsabilità di stare al suo posto, taglia la corda. Tipo - esempio a caso - un comandante che abbandona la nave con i passeggeri ancora a bordo.

Andiamo avanti: «La fatalità ha fatto breccia nell’interagire tra esseri umani. Si è creato un malinteso. È come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andate in blackout». Insomma, secondo Schettino la tragedia della Concordia è dovuta a un equivoco, un cambio di vocale, un "Roma per toma". Lui ha detto "vira" e qualcuno ha capito "tira"; qualcun altro ha detto "occhio allo scoglio" e lui ha capito "stasera sogliola".

Ammesso che tutto ciò sia vero, Schettino, anche questa volta, non elude lo scoglio più grosso che si oppone alla traiettoria del suo ragionamento: se il comandante di una nave non è responsabile delle sue azioni, chi lo è? Ed è forse per i tanti, troppi  Schettino in circolazione che l’Italia oggi, non più penisola, è solo un grosso relitto inclinato vicino all’isola del Giglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA