Il remake della Marcia

L’idea partorita dai giovanotti di Forza Nuova - che amano peraltro autodefinirsi “patrioti” - di mettere in scena, il prossimo 28 ottobre, una rinnovata “Marcia su Roma” è stata accolta da più parti con sdegno e non sono mancate le preventive condanne. Da parte sua, il ministro dell’Interno Minniti ha affermato che non verrà concessa a Forza Nuova alcuna autorizzazione: non a una marcia, non a una passeggiata e neppure a un pas de deux.

Al di là di ogni considerazione politica e morale, ciò che stupisce è come una semplice considerazione di buon senso non basti a indurre Forza Nuova a rinunciare. Tecnicamente, infatti, quel che vogliono fare si definisce “remake” e i “remake”, da che mondo e mondo, sono ad altissimo rischio di fallimento. Peggio ancora: sono a rischio di risibilità e di eterno dileggio.

Infiniti sono gli esempi di remake inutili e idioti, a partire da “Karate kid” fino a “The Goodbye Girl” che, nel 2004, sostituì alla perfetta coppia del ’77 Richard Dreyfus-Marsha Mason, la coppia... e chi se lo ricorda? Personalmente, poi, io aborro il tentativo di remake operato nel 1995 ai danni - è il caso di dirlo - di “Sabrina”, classico Billy Wilder del 1954. E questo nonostante alla regia ci fosse Sydney Pollack.

Insomma, Forza Nuova ci pensi: i remake sono sempre disastri. Specie quando, come nel caso, gli originali già sono scadenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA