Il reperto

Il reperto

L'area è stata transennata e viene controllata dalle forze dell'ordine, ma sarà difficile riuscire ad tener lontani i curiosi. Purtroppo solo raramente la cultura fa notizia, ma quando accade - come per i falsi Modì del 1984 o per la prima esposizione dei Bronzi di Riace nel 1980 - si scopre che la sensibilità nazionale per il bello e il prezioso è ancora altissima.

Il pubblico è avido di informazioni, di dettagli, di curiosità. In questi casi, però, i tempi dell'informazione, fulminei, non si accordano con quelli, cauti e solenni, della ricerca storico-scientifica. Fino a questo momento sappiamo soltanto che lo scavo è stato aperto in una zona del Lazio prossima a Roma. Gli archeologi, al lavoro 24 ore su 24, stanno cercando di portare alla luce un reperto che risulta completamente interrato. Si tratta di una figura umana, alta circa un metro e sessanta centimetri, sistemata in posizione eretta, il capo rivolto verso l'alto - come se stesse cercando la luce - le braccia distese lungo i fianchi e le mani libere perché, a un primo esame, l'abito che indossa risulta del tutto privo di tasche. L'origine del reperto è ancora incerta: solo una volta rimosso dallo scavo e portato in un laboratorio, dove verranno eseguiti sofisticati test, sarà possibile stabilirne con precisione l'età.

Si tratta comunque di un reperto antico, antichissimo anzi. La comunità scientifica, gli storici dell'arte e gli archeologi mantengono un comprensibile riserbo ma, in tutti loro, l'eccitazione è trasparente. Se le supposizioni verranno confermate, se le voci si riveleranno esatte, ci troveremo di fronte alla scoperta più straordinaria avvenuta in Europa da secoli e secoli, la conferma di una leggenda antica più di Roma stessa: l'esistenza di un uomo politico italiano che non ha intascato denaro pubblico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA