Il robot monello

Possiamo ben avere in tasca un telefonino Samsung (coreano) oppure il suo equivalente Apple (prodotto di concezione americana) ma in fatto di tecnologia bisogna riconoscere che i giapponesi sono ancora davanti a tutti. Probabilmente in questi ultimi anni hanno perso quote di mercato, ma basta leggere qui e là nel web per scoprire che in fatto di ricerca pura sono superiori. E lo saranno per un pezzo.

Un esempio. È grazie al lavoro di un tecnico giapponese dei laboratori Ishikawa Oku se oggi esiste un robot in grado di giocare a carta-sasso-forbici come il miglior monello di strada. Non solo, rispetto al monello di cui sopra il robot gode dell’incontestabile vantaggio di vincere sempre.

Il video diffuso in Rete è impressionante. Il robot - in tutto poco più che una mano artificiale - scatta con velocità impressionante in risposta al movimento umano, come un serpente che, facendo leva su riflessi istantanei, acchiappi la preda senza darle scampo. Nel caso, la preda è la reazione appropriata per vincere: carta contro sasso, forbici contro carta, sasso contro forbici. Spiega un articolo che il robot usa un «sistema di riconoscimento in grado di individuare in un millisecondo il movimento che sta per essere completato dalla mano umana».

Un millisecondo è un tempo di reazione notevole anche in rapporto ai migliori giocatori di carta-sasso-forbici che ho conosciuto nelle strade della mia infanzia. Visto che tali giocatori, così come tutta la ragazzaglia, in questi tempi bui e demograficamente depressi sono spariti da strade e cortili, può darsi che il robot giapponese sia il primo passo verso la costruzione di un completo robot-monello. Se così fosse, andrebbe munito di ulteriori qualità: dovrebbe sapere arrampicarsi sugli alberi, modulare parole ruttando e avere dimestichezza con un repertorio di barzellette sconce. Tornando al gioco del sasso e della carta,dovrebbe poi sapere che vincere sempre rende antipatici e fa correre il rischio di prendere un calcio nel sedere. Ma, già: il robot-monello giapponese è superiore anche in questo. Il sedere, lui, non ce l’ha.

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