Siccome di comportarsi da gentiluomini dandoci un taglio con le panzane non se ne parla, ecco che qualcuno ha pensato a una soluzione pratica, ovvero tecnologica, contro le “fake news”: un software. Si chiama Full Fact e presto potrà essere impiegato da giornalisti e comunicatori vari per sapere se chi sta affermando qualcosa mente oppure no, e comunque se la dichiarazione appena rilasciata ha un riscontro nella realtà.
Full Fact è ancora in fase sperimentale, però è stato impiegato con successo durante una seduta parlamentare in Gran Bretagna. Nel corso di un dibattito sui fondi destinati alla sanità, il software ha stabilito all’istante quali dati circa stanziamenti, tagli e storni, dichiarati in aula dai deputati a sostegno della loro tesi fossero corretti e quali imprecisi o del tutto sbagliati.
Un bel passo avanti, si direbbe, ma alcune questioni restano aperte. La prima: basterà sapere chi sta mentendo e chi no, chi è preparato e chi improvvisa, a formare l’opinione del pubblico o, al solito, prevarrà comunque il pregiudizio e, come accade da secoli, la retorica risulterà più convincente della verità? E ancora: come assicurare che i programmatori siano al di sopra di ogni sospetto e che non impongano invece al software di “ignorare” certe bugie piuttosto che certe verità in modo da favorire una parte a scapito di un’altra? Non lo sappiamo, ma una previsione possiamo azzardarla: Full Fact non sarà impiegato a verificare la sua stessa campagna pubblicitaria.
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