Il sogno in saldo

E’ difficile, credo, pensare a un “tour” più esaustivo degli Stati Uniti di quello effettuato da Megan Koester, reporter del sito vice.com. Nessun volo da costa a costa, nessun terrificante viaggio in autobus, nessun autostop alla Kerouac, nessun balzo sui treni merci alla Woody Guthrie. Molto più semplicemente, la visita a una “convention” di”vecchie celebrità”.

L’aggettivo “vecchio” associato a “celebrità” suggerisce la transitorietà dei personaggi che affollavano questa convention. Ma non descrive del tutto l’atmosfera di decadenza e decadimento della manifestazione la quale, per spiegarvi, consisteva in un gran capannone nel quale erano stati installati vari tavoli dove le “celebrità” presentavano se stesse, scattavano foto con i fans, firmavano autografi e vendevano quei gadget - magliette, spille, tazzine e fotografie - che evidentemente consentono loro di tirare avanti.

Uno spaccato di Hollywood, dello show business, del mito della fama che da solo spazza via un sacco di illusioni. E tuttavia, anche per un italiano, magari della mia generazione, sarebbe quasi esaltante aggirarsi per i tavoli, come ha fatto Megan, e incontrare l’attrice che interpretava l’infermiera “Labbra di Fuoco” nella serie televisiva Mash o stringere la mano a Cloris Leachman, indimenticabile Phyllis in “Mary Tyler Moore” (ma anche interprete dello stupendo “Ultimo spettacolo” di Peter Bogdanovich ed esilarante Frau Blucher in “Frankenstein junior” di Mel Brooks).

Sorprende, poi, che al banchetto dei saldi ci fosse perfino Martin Landau, protagonista della serie “Spazio 1999” (una serie di fantascienza ambientata... 15 anni fa!), ma anche attore per Hitchcock (“Intrigo internazionale”) e premio Oscar per il ritratto di Bela Lugosi in “Ed Wood” di Tim Burton.

Il reportage di Megan mi ha infine convinto che, per me, l’America è proprio questa: un collage di facce familiari e assurde insieme. Mi spiace siano ridotte a vendersi alla fiera. Il sogno americano è ufficialmente in saldo.

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