Il suo sole

Ieri mattina, al comparire di un dimenticato sole, il paese è uscito allo scoperto, accecato formicaio sulle rovine. La domanda che frullava nella testa di tutti era se la signora Malinpeggio avesse già guadagnato il suo avamposto sulla panchina comunale.

I più si sono limitati a constatare da lontano che sì, la signora era già in trincea, le spalle strette nell’impermeabile scuro, i capelli raccolti e l’aria ostinata che, anche quando vista di spalle, la contraddistingue come un marchio di fabbrica.

Come ho detto, tutti si sono limitati a guardarla da lontano, in modo da evitare i suoi commenti sarcastici. Solo io che per lei - lo ammetto - ho un debole, mi sono avvicinato.

“Finalmente, signora!” ho esclamato, “Sarà contenta”.

“Che cosa le prende?” ha replicato lei come fa sempre quando qualcuno trascende nell’entusiasmo.

“Niente. Dico solo che dopo tanto maltempo sarà ben contenta di poter tornare sulla sua panchina. Sa, a volte mi interrogo sulla natura di queste sue meditazioni, per così dire, panchinali? Politica, filosofia, storia? O forse, come insegnano i maestri orientali, lei signora si limita - anche se “limitarsi” è un verbo invero limitato - a sgomberare la mente da ogni pensiero superfluo e concentra la sua mente solo sull’attimo presente, dedicandosi così alla meditazione più lieve e nel contempo più profonda, quella sul tutto e sul nulla”.

“Ha finito?”

“Direi di sì”.

“Allora sappia che il suo discorso poggia su una premessa errata”.

“Lo sospettavo”.

“Quando parla di ’tornare sulla panchina’ sbaglia. Non mi sono mai mossa”.

“Con tutta quella pioggia”.

“Con tutta quella pioggia, precisamente”.

“Ma perché, che cosa gliel’ha fatto fare?”

“Non c’è niente che mi faccia fare le cose”.

Questa gliel’ho lasciata passare. Ho preferito sedermi accanto a lei: “Basta parlare di pioggia” ho detto, “Adesso guardiamo il sole insieme”.

“Io guardo il sole, lei non so”.

“Come sarebbe?”

“Caro mio, bisogna averne presa di pioggia per guardare il sole come lo guardo io”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA