Il tappo

Il tappo

L’avessimo saputo! L’Italia aveva un solo problema. Per meglio dire, un solo uomo si frapponeva tra il Paese e la soluzione di tutti i suoi problemi. Quest’uomo, lo abbiamo scoperto ieri, è Giulio Tremonti. Ora che Berlusconi si è dimesso, finalmente comprendiamo con chiarezza le ragioni di uno stallo, nonché di uno sconcio istituzionale, che ci hanno condotto prossimi alla rovina. Le ragioni, ripetiamo, si riassumono nella persona di Tremonti.

Solo ieri, ne hanno parlato Renato Brunetta («Le cose che il governo Berlusconi non è riuscito a fare sono imputabili a errori del professor Tremonti»), Fabrizio Cicchitto («il punto debole stava nell’impostazione economica che ha dato Tremonti») e Giancarlo Galan («Tremonti ha sbagliato tutto»). Anche dalle dichiarazioni di altri politici, si è poi intuito come Tremonti fosse il tappo che ostruiva lo sgorgare di tante buone intenzioni di cui il Parlamento era pieno fino a scoppiare e che ora, rimosso l’ex ministro, sgorgano come acqua di fonte. Un esempio: «Basta ottusità e difese corporative» ha detto ieri l’onorevole Pierferdinando Casini, «Fin da subito: tagli ai vitalizi dei parlamentari!»

Giusto, bravo, ben detto. Quel "subito", a dire il vero, qualcuno potrebbe non capire perché debba essere un "subito adesso" e non sia stato un "subito prima", visto che certi tagli nulla impediva di farli mesi se non anni fa. Ma adesso è chiaro: Tremonti bloccava tutto. Vedete, anche nelle cose più complesse, il problema è sempre uno. O meglio, come sostiene spesso la politica, è sempre un altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA