Vi invito a un pensiero doloroso. Ovvero a chiamare a raccolta nella vostra mente tutti i brandelli di tempo che, negli anni, avete immolato agli ingorghi stradali. Lunghi minuti a fissare la targa dell’auto che vi precede, a torcere il collo per catturare, a distanza, un’immagine della ragione di tanto intoppo. Che cosa sarà stato? Un incidente? Forse un posto di blocco? Lavori in corso, magari. Oppure un corto circuito stradale: capitano spesso e senza che ci sia bisogno di una ragione specifica. Pensate a tutti quei momenti, insomma, e riflettere su quanto migliore potrebbe essere stata la vostra vita se, invece di sprecarli incastrati in un’automobile, avreste potuto trascorrerli facendo ciò che più vi piace. È un pensiero doloroso, vi avevo avvertito.
In futuro, forse, riusciremo a eliminarlo. La tecnologia oggi propone soluzioni sorprendenti. Esiste per esempio una "app" (quei programmi che si scaricano sui telefonini di ultima generazione) che non solo è in grado di indicarvi, come farebbe un qualunque "navigatore" satellitare, la strada da percorrere per arrivare da un punto a un altro, ma, analizzando una enorme massa di dati, riesce perfino a prevedere gli ingorghi stradali e a fornirvi all’istante un percorso alternativo, più scorrevole. Quando scrivo "prevedere" intendo proprio "prevedere": sulla base del tipo di strada, della sua portata massima in fatto di autoveicoli all’ora, sulle condizioni generali del traffico e del meteo, "Greenway", questo il nome della "app", individua gli ingorghi prima che accadano.
Il programma è stato provato all’estero con risultati eccellenti. Per la consacrazione definitiva si attende il test italiano: solo se saprà districarsi tra parcheggi in doppia e tripla fila, mamme in Suv parcheggiate di traverso, vocianti contese al parcheggio, soste criminali da "solo due minuti per comprare le sigarette" e il generale parossismo nazionale da volante, allora "Greenway" da promessa potrà dirsi realtà.
In futuro, forse, riusciremo a eliminarlo. La tecnologia oggi propone soluzioni sorprendenti. Esiste per esempio una "app" (quei programmi che si scaricano sui telefonini di ultima generazione) che non solo è in grado di indicarvi, come farebbe un qualunque "navigatore" satellitare, la strada da percorrere per arrivare da un punto a un altro, ma, analizzando una enorme massa di dati, riesce perfino a prevedere gli ingorghi stradali e a fornirvi all’istante un percorso alternativo, più scorrevole. Quando scrivo "prevedere" intendo proprio "prevedere": sulla base del tipo di strada, della sua portata massima in fatto di autoveicoli all’ora, sulle condizioni generali del traffico e del meteo, "Greenway", questo il nome della "app", individua gli ingorghi prima che accadano.
Il programma è stato provato all’estero con risultati eccellenti. Per la consacrazione definitiva si attende il test italiano: solo se saprà districarsi tra parcheggi in doppia e tripla fila, mamme in Suv parcheggiate di traverso, vocianti contese al parcheggio, soste criminali da "solo due minuti per comprare le sigarette" e il generale parossismo nazionale da volante, allora "Greenway" da promessa potrà dirsi realtà.
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