Il toro Raton

Il toro Raton

La sua popolarità ha ormai raggiunto vette impensabili: più del nostro premier - ormai in pieno declino - ma anche più delle eterne chiappe di Michelle Hunziker e perfino di quelle, pare inarrivabili, di Belen. Il personaggio più in voga dell’estate è il toro spagnolo Raton: «Mezza tonnellata - riferisce l’Ansa - di cattiveria». Raton è famoso perché è un assassino: ha ucciso tre uomini.
Nelle “fiestas” spagnole il caldo si mescola alla sangria e non di rado giovani esaltati e barcollanti balzano nell’arena sfidando i tori. Raton non è tipo da prendere alla leggera queste provocazioni: gli ultimi che ci hanno provato sono finiti in una bara. L’aspetto particolare della vicenda è che questa inclinazione di Raton all’omicidio piace moltissimo. Non solo ai tori suoi colleghi, dove pure sarà apprezzata, ma agli uomini, ovvero alla specie che ha già ridotto di tre esemplari.
Idolo degli animalisti e nel contempo adorato dalle ebbre folle della tauromachia, Raton è più celebre di Mike Tyson, Jack lo Squartatore e George Clooney messi insieme. Meriterebbe che Hemingway, ipnotizzato dalle corride, tornasse a spiegarci perché tanto fascino in un animale il quale, in sé, non ha né colpe né meriti: risponde soltanto alla natura che lo ha dotato di corna. E allora Hemingway dovrebbe ricominciare daccapo a raccontare di noi: talmente in colpa per tutto da sentirci confusi, commossi, euforici, tremanti, liberati, puniti e vendicati insieme davanti agli occhi di brace del toro Raton.

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