Amanti del cinema d’evasione, esultate. Se siete tra coloro ai quali è impossibile strappare una citazione meno che precisissima da Fantozzi e da “Amici miei”, allora sappiate che è giunto il vostro momento. Tutte quelle ore passate nell’analisi delle opere del Montagnani piuttosto che del Carotenuto stanno per arrivare a frutto. Leggete qui:
«Oronzo Canà sarà un allenatore per davvero e non solo al cinema: Lino Banfi, che ha reso famoso il personaggio protagonista del film “L’allenatore nel pallone”, riceverà infatti un diploma di allenatore ad honorem da parte dell’Aiac, l’associazione allenatori».
Tutto vero, tutto certificato e tutto scritto nei giornali (e quindi sacrosanto): un riconoscimento “ad honorem” viene assegnato a un attore per l’interpretazione in un film in cui la battuta più memorabile giocava su un equivoco indotto dall’espressione «mi avete preso per un c....» (i giocatori che portavano il mister in trionfo pensavano alludesse al loro giudizio professionale quando egli lamentava invece una dolorosa presa alle parti basse). Probabilmente, si tratta di una mossa indotta da una certa scaltrezza: Banfi è simpatico e il suo Oronzo ancora di più; promuovendolo a mister, tutta la categoria guadagna in popolarità.
Mi chiedo se altre categorie vorranno seguire l’esempio. Giornalisti e scrittori, per esempio, potrebbero ammettere nei loro ranghi i fratelli Caponi, ovvero il Totò e il Peppino autori della famosa lettera che fa riferimento, come voi ben sapete, alla «grande moria delle vacche» e al «veniamo noi con questa mia addirvi».
Meglio ancora, l’Ordine dei medici potrebbe trovare il proprio “volto” nel leggendario dottor Tersilli interpretato da Alberto Sordi, magari coadiuvato dalla neodiplomata infermiera professionale rappresentata, davanti e dietro, dalla miglior Nadia Cassini.
Insomma, i personaggi del cinema che, con qualche tratto grottesco, ci fanno da testimonial. Il tratto grottesco, è inteso, ce lo mettiamo noi.
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