Il volo finito

Il volo finito

Riferisce una fonte autorevole... No, ricomincio.
Riferisce una fonte che mi piace pensare autorevole di un inequivocabile sintomo della demenza senile: il non saper più riconoscere, e di conseguenza apprezzare, l’ironia. Ora, se sorvoliamo sulla parola "senile" e rimodelliamo il temine "demenza" su un significato più sociale che clinico, ecco che abbiamo spiegato molta parte dell’attuale contingenza nazionale. C’è in giro - è la mia impressione, almeno - una impermeabilità all’ironia che, se non fosse una privazione dell’intelligenza, andrebbe premiata per solidità e resistenza, come quei prodotti che si garantiscono per anni contro rotture e malfunzionamenti. Va ammesso che, come tante navi alla deriva, abbiamo perso di vista il significato della parola stessa. L’ironia è troppo spesso scambiata con il sarcasmo, quando non con la grossolana derisione.
Mi accorgo che, per paradosso, parlare di ironia significa ucciderla. Rileggendo quanto sopra, mi vien voglia di incominciare una terza volta. Ma forse è giusto così: parlare di ironia senza ironia, in modo da dimostrare, per contrasto, quanto l’assenza della medesima renda incolto, invivibile addirittura, il nostro mondo. Al punto che, se la notizia di cui sopra fosse confermata, l’incapacità fisica di comprendere l’ironia sarebbe forse qualcosa più di un sintomo: sarebbe il segno inequivocabile che il nostro volo spirituale è finito ed è tempo di far ritorno alla nuda terra.

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