Imbarco

Imbarco

Scusate se torno ancora sul tema dei viaggi, degli aeroporti e dell'inadeguatezza dei medesimi. Si potrebbe pensare che faccio di questa rubrica un uso personale e si penserebbe giusto. Vorrei però far notare che ciò che oggi è personale per me, domani potrebbe diventarlo per voi, per cui proseguo senza eccessivi rossori.

Descrivevo ieri la scena di me che rispondevo alle domande di un signore in maglietta gialla all'uscita di uno scalo milanese. Mentre il colloquio avveniva e minuti preziosi - forse più per il signore che per me - venivano perduti, nel mondo l'interconnessione aeronautica proseguiva la sua incessante crescita.

In un articolo pubblicato sul sito di Bcc News si espone con chiarezza ciò che è sotto gli occhi di tutti, almeno di chi, di tanto in tanto, viaggia: oggi raggiungere un punto qualunque scelto sul mappamondo è molto più facile e meno costoso di un tempo. Questo accade non solo perché ci sono molte più compagnie aeree in attività, non solo perché queste compagnie servono molte più rotte rispetto al passato, ma soprattutto perché le compagnie si mettono insieme per portarci dove vogliamo arrivare.

Alleanze come Oneworld, SkyTeam e Star Alliance consentono connessioni e interscambi fino a pochi anni fa addirittura impensabili. Se a questo si aggiunge la forte espansione di hub un tempo relativamente poco frequentati come Dubai, Giacarta, Bangkok e Pechino, la cartina area mondiale si può dire rivoluzionata. Il mondo è più piccolo e unito non solo in senso virtuale, ovvero digitale: è più piccolo perché lo è letteralmente, perché più strade lo percorrono. E con esso, più piccola e unita è l'economia che su queste strade si muove.

Ecco, ho detto la mia. Vorrei solo aggiungere che negare questa realtà si può. Così come si può comprare il biglietto e non presentarsi all'imbarco.

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