In uno specchio

In uno specchio

Ora che il capitano della nave Costa Concordia è stato ufficialmente eletto uomo più incompetente del mondo, ci sentiamo tranquilli e rassicurati. C'era in giro, infatti, la voce che in Italia potessero altre persone incompetenti, e non soltanto nel settore nautico, ma questa infondata diceria è stata cancellata dall'evidenza, sottolineata da tutti i giornali, da tutte le tv ed echeggiata nei social network, che l'unico, grande, incommensurabile Incompetente era lui, il comandante Francesco Schettino.

Non ho certo intenzione di difendere un tale che non solo porta una nave di quelle dimensioni a cozzare contro uno scoglio ma soprattutto, quando una cosa del genere accade, risulta tra i primi a tagliare la corda, ma non mi sembra neanche giusto che, riconosciuto il suo errore, tutti gli altri - tutti noi, sarebbe meglio dire - si sentano improvvisamente migliori, ovvero saggi, prudenti, competenti, ragionevoli, preparati e, naturalmente, esperti di marineria quanto e più dell'ammiraglio Nelson.

Schettino mi sembra uno di quei personaggi della commedia all'italiana, il cui ruolo, un tempo, poteva essere affidato ad Alberto Sordi. Erano personaggi di successo, ricordate? Raccoglievano spettatori a frotte, si formavano code al botteghino e nelle sale esplodevano risate e perfino applausi. Tanta gente si divertiva ad andare al cinema per vedere, sullo schermo, i difetti degli italiani riprodotti come in uno specchio. Proprio così: in uno specchio.

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