Incomprensibile

Incomprensibile

Ricevo una telefonata da Bicio Crosetti e rimango stranito. Parla strano, capite? Più strano del solito. Ecco come attacca:
«Pronto, animale, sei tu? Ride». «Ride, chi?» replico io. «No, fai finta di niente. Ride non è per te». «Bicio, sei tu? Hai bevuto un’altra volta l’acqua della batteria? Mi vuoi dire chi ride?» «Nessuno ride! O meglio, io ride!» «Non ti ho sentito ridere». Si spazientisce: «Non c’è bisogno di sentirmi ridere. Ho aggiunto ride per la trascrizione». «Quale trascrizione?» «Incomprensibile». «Incomprensibile, cosa?» «Quello che ho appena detto». «Stavolta sono d’accordo con te. Incomprensibile, davvero». «Vuoi smetterla di commentare le note per la trascrizione? Così rovini tutto. Sbuffa». «Quali note? Quale trascrizione? Chi sbuffa?» «Mamma quanto sei duro di comprendonio. Sospira. Adesso ti spiego». «Sarà meglio».
Bicio prende un gran respiro: «Questa telefonata, tra noi, sarà pur intercettata, no?» dice. «No, non credo» rispondo. «Come no?» «A meno che non sia intercettato tu, io non penso proprio di esserlo». «Ma allora, che cosa ti telefono a fare?» «Prego?» «Pensavo che almeno uno di noi fosse intercettato. Sarebbe divertente, no? Certo, uno le sue intercettazioni vuole siano fatte per bene. Così adesso, quando parlo al telefono, aggiungo sempre le note per la trascrizione. Tipo ’ride’, appunto, o ‘sospira’, ‘ sbuffa’. E anche ’incomprensibile’. Capisci, ora? Che cosa ne pensi?» «Sei un...» «Come hai detto?» «Incomprensibile».

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