Insipienza

I temi controversi davvero non mancano, anche se alcuni mi sembrano stucchevoli. Per esempio: la presentazione dei diari del duce viene disturbata da una sguaiata contestazione. E allora? La prossima volta che c’è una contestazione, la si disturbi con una sguaiata presentazione dei diari del duce: non dovrebbe essere difficile. Altre questioni, però, sono davvero importanti. La politica francese nei confronti dei "rom", per citarne una. E che cosa dire della diatriba sulla creazione dell’Universo? «Dio non serve» arriva a dichiarare qualcuno. «No» ribattono altri, «fate attenzione: quelli che non servono siete voi». Altri ancora attribuiscono la creazione al governo Berlusconi, quale benefica conseguenza dell’abolizione dell’Ici sulla prima stella. Tutto ciò non toglie che la questione sia fondamentale e prendere una posizione, qualunque essa sia, dovrebbe essere l’imperativo morale di ogni cittadino degno di portare in tasca un codice fiscale.
Se non che - e qui permettetemi una nota personale -, non ci riesco. Non per mancanza di opinioni, credo, perché quelle sgorgano dal cuore e impegnano il cervello solo in un secondo momento, quando si fa ricorso alla ragione per puntellarle. Piuttosto, perché sempre più forte è la sensazione che esprimere il proprio pensiero significa farselo risucchiare, consegnarlo al vantaggio di qualcuno contro lo svantaggio di qualcun altro. Significa, in sostanza, alimentare di buona fede i maliziosi interessi di chi è furbo abbastanza da speculare sulle coscienze. Un’enigmatica insipienza, in questo momento, pare assicurare la più retta saggezza.

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