Potrà mai cambiare, la politica italiana? Riuscirà mai a sostituire la legione di faceti opportunisti che l’ha invasa a partire dalla Seconda Repubblica, con una classe dirigente seria, responsabile, capace di coniugare le ormai inevitabili necessità di marketing con la fermezza indispensabile ad affrontare l’impopolarità? Ce lo auguriamo, naturalmente, anche se, per non disperdere del tutto questo fenomeno nazionale, bisognerebbe salvare almeno un esemplare di politico-jolly, preservarlo a futura memoria, consegnarlo - vivente - all’archivio della storia contemporanea italiana.

A occhio, nessuno sembra più qualificato per questo ruolo dell’onorevole Domenico Scilipoti il cui nome, ieri, è rispuntato nel mucchio delle notizie di agenzia. L’Ansa ha infatti rilanciato una sua dichiarazione rivolta al ministro Fornero in merito al «decreto per gli esodati». Niente di significativo, ma più che sufficiente a spolverare nella memoria la colorita figura del parlamentare siciliano.

Una rapida ricerca ha portato sulle tracce del suo "sito ufficiale" (diffidare dalle imitazioni), il cui esame ci impone una considerazione: sarà difficile che la nuova classe dirigente, quella seria, possa mai soppiantare l’allegra combriccola che l’ha preceduta. Basti dire che il menzionato sito è un immenso contenitore di ogni documento, appunto a matita, registrazione audio, intervento video, pensierino, interrogazione, raccomandata, telegramma, scarabocchio e sms mai uscito dal vulcanico cranio del Scilipoti. Nulla di tutto ciò è lontanamente utile al progresso del Paese o aggiunge alcunché al dibattito parlamentare, ma è la testimonianza della febbrile, instancabile attività di chi, aggiudicatosi un piccolo piedistallo, lotta contro tutto, in particolare contro il merito, per tenerselo. E non c’è persona seria capace di altrettanta abnegazione.

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