E’ inutile si metta a fare ancora estate dopo che, imponendoci una significativa interruzione autunnale, il tempo si era spostato sul grigio grisaglia, la temperatura era scesa a livello di sconforto e la moglie, seduta accanto a noi sul divano, aveva compiuto il sempre significativo gesto di attirare a sé un morbido plaid.
È inutile perché sappiamo bene trattarsi di una finta. Il destino è segnato: l’estate, quella vera, è tramontata; poco significa che, adesso, ci mandi una sorta di realistica cartolina di se stessa.
È inutile anche perché, inserita fuori tempo massimo, l’estate interferisce con il nostro assetto mentale che da qualche giorno, ammettiamolo, abbiamo girato sul modo "autunno". L’altro giorno ho visto passare un camion carico di pellet: chi lo aveva ordinato, oltre ad approfittare di una qualche offerta speciale, sono certo avesse l’animo disposto più alla stufa che all’ombrellone e adesso, alle prese con questa insistenza del solleone, potrà solo manifestare impazienza.
È inutile, poi, perché i negozi hanno già rifatto le vetrine, riempiendole, in particolare, di roba dedicata alla scuola: accanto a zainetti, astucci, pennarelli e indefiniti mostri giapponesi, non c’è spazio, né estetico né commerciale, per i costumi da bagno. È inutile perché, a parte i soliti che «noi in ferie andiamo sempre a settembre perché c’è meno gente», le vacanze, quelle vere, tremendamente oziose e accaldate, le abbiamo fatte tutti: o meglio, le ha fatte chi poteva farle e per gli altri, purtroppo, se non c’era possibilità prima non c’è neanche adesso. È inutile perché abbiamo esaurito i nomi idioti da affibbiare alle ondate di calore. Lucifero, Caligola, Peste-Ti-Colga: finirà che dovremo ricorrere a Jessica e Sue Ellen.
È inutile, insomma, ma, ricordiamocelo sempre: chi non sa apprezzare fino in fondo le cose inutili è proprio da compiangere.
È inutile perché sappiamo bene trattarsi di una finta. Il destino è segnato: l’estate, quella vera, è tramontata; poco significa che, adesso, ci mandi una sorta di realistica cartolina di se stessa.
È inutile anche perché, inserita fuori tempo massimo, l’estate interferisce con il nostro assetto mentale che da qualche giorno, ammettiamolo, abbiamo girato sul modo "autunno". L’altro giorno ho visto passare un camion carico di pellet: chi lo aveva ordinato, oltre ad approfittare di una qualche offerta speciale, sono certo avesse l’animo disposto più alla stufa che all’ombrellone e adesso, alle prese con questa insistenza del solleone, potrà solo manifestare impazienza.
È inutile, poi, perché i negozi hanno già rifatto le vetrine, riempiendole, in particolare, di roba dedicata alla scuola: accanto a zainetti, astucci, pennarelli e indefiniti mostri giapponesi, non c’è spazio, né estetico né commerciale, per i costumi da bagno. È inutile perché, a parte i soliti che «noi in ferie andiamo sempre a settembre perché c’è meno gente», le vacanze, quelle vere, tremendamente oziose e accaldate, le abbiamo fatte tutti: o meglio, le ha fatte chi poteva farle e per gli altri, purtroppo, se non c’era possibilità prima non c’è neanche adesso. È inutile perché abbiamo esaurito i nomi idioti da affibbiare alle ondate di calore. Lucifero, Caligola, Peste-Ti-Colga: finirà che dovremo ricorrere a Jessica e Sue Ellen.
È inutile, insomma, ma, ricordiamocelo sempre: chi non sa apprezzare fino in fondo le cose inutili è proprio da compiangere.
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