Irripetibile

Irripetibile

Perché leggiamo un articolo? La risposta più facile sarebbe che lo leggiamo perché abbiamo trovato nel titolo qualcosa che ci interessa. Questa dovrebbe essere una considerazione sempre ben presente nella mente dei giornalisti, specie di quelli che si occupano di stendere i titoli, ma non sempre è così: qualche volta, spesso anzi, incappiamo in titoli che ci spingono soltanto a voltar pagina. Per fortuna, incontriamo anche articoli impossibili da non leggere: capita quando il titolo promette di introdurci in territori irresistibili.

Recentemente sono incappato in un articolo intitolato: «Perché siamo così curiosi?» Una doppia trappola è scattata intorno alle mie abitudini di lettore: una domanda curiosa relativa alla curiosità. Potevo resistere?

Come spesso accade, la lettura dell’articolo sulle prime non è stata all’altezza delle aspettative sollevate dal titolo. Il testo si dilungava in una serie di considerazioni legate al meccanismo dell’evoluzione. In sintesi, l’autore sosteneva che siamo curiosi perché siamo una specie che mantiene a lungo un atteggiamento giovanile nei confronti della vita, vale a dire un atteggiamento "giocoso". Il gioco, a sua volta, è un artificio che serve a imparare cose e imparare cose aiuta a cavarsela nella vita. Conclusione: siamo curiosi perché ci aiuta a sopravvivere.

Non ho nessuna difficoltà ad ammettere che legare la curiosità all’evoluzione è probabilmente il modo più ragionevole di spiegare l’una e l’altra. A me resta cara però una convinzione più romantica, scientificamente fragile, ma umanamente impossibile da eludere e connessa alla mortalità: siamo curiosi perché, comunque la pensiamo, in fondo sappiamo che la vita, composta come un affresco bizantino di mille effimere tessere, resta pur sempre un’esperienza irripetibile

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