E’ confortante sapere che, viaggiando all’estero, si può sempre contare su un buon ristorante italiano. Il viaggiatore avveduto, naturalmente, non trascurerà mai di andare alla scoperta delle delizie offerte dalla cucina locale ma, a titolo riparatorio nei confronti del fegato e di altri organi vitali, di tanto in tanto è legittimo aspirare a un pasto vicino alle nostre abitudini. Il rischio, in questi casi, è addentrarsi in un locale che di italiano abbia soltanto il nome e spesso anche quello approssimativo se non sgrammaticato. Non capiterà in un nuovo ristorante italiano che apre in questi giorni a Hong Kong. Il menù, pubblicato online, è una festa per gli occhi e una sfida alle papille gustative. Nulla di troppo elaborato e/o originale: ma qui sta il bello, perché si immagina un risultato in cui degli ingredienti, semplici, verrà sfruttata ogni potenzialità di sapore, profumo, consistenza.
I piatti di pasta vanno dalle classiche penne “all’arrabbiata” alle tagliatelle al tartufo, passando per i tagliolini alle vongole e gli spaghetti al nero di seppia. Tra gli antipasti, il ben disposto cliente può scegliere tra vari tipi di bruschetta, una freschissima insalata arancio e finocchio e crocchette spinaci e taleggio. Ancora, nel menù trovano spazio la parmigiana alle melanzane, i classici arancini e perfino il pesce all’acqua pazza. Il tutto in un percorso gastronomico che si annuncia soddisfacente, tale da lasciare l’avventore giunto al dessert in uno stato di compiaciuta pienezza fisica e spirituale.
Un applauso dunque, a chi ha saputo portare tanto lontano la tradizione italiana della cucina nel rispetto delle regole fondamentali e dei sapori più appropriati. Riuscirete a sostenere l’applauso sapendo che, a compiere l’impresa, è stato lo superchef inglese Jamie Oliver e che il suo “Jamie’s Italian Hong Kong” va ad aggiungersi a una sterminata collezione di ristoranti “Jamie’s Italian” attivi a partire dal 2008 in tutto il mondo?Forse sì e forse no. Resta la sensazione, amarognola, che fare le cose all’italiana sia sempre la soluzione migliore. Solo che sempre più spesso a farle è qualcun altro.
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