Oggi siamo tutti più tranquilli. Nel corso di una cerimonia/dimostrazione al Castello Sforzesco, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, anche un apprezzato compositore, ha attestato che Leonardo da Vinci era effettivamente un genio.
A dimostrarlo fuor di ogni dubbio, è stato in realtà il maestro Danilo Giovannini il quale ha costruito, sulla base dei fogli 143, 153 e 155 del Codice Atlantico, la “balestra veloce” progettata 500 anni fa dal poliedrico artista rinascimentale.
«Funziona benissimo!» ha esclamato Giovannini terminata la prova di tiro, ricarica e ritiro, e tutti i presenti hanno applaudito calorosamente anche per il sollievo di non essere stati infilzati.
Nel raccontare l’avvenimento, il Corriere della Sera online titolava ieri “Funziona la balestra di Leonardo”. Comprendo il senso del titolo (la pratica conferma le intuizioni teoriche del maestro) ma non posso fare a meno di chiedermi: e se la balestra avesse fatto flop? E se invece del «tiro di grande potenza e precisione», come si legge nell’articolo, avesse prodotto un buffo spasmo, ovvero non fosse riuscita a imprimere alla freccia altro che una ridicola spintarella?
Non c’è dubbio che il Corriere avrebbe titolato “Non funziona la balestra di Leonardo” ma sarebbe stato disposto a portare il ragionamento alle conseguenze estreme e a mettere in dubbio la secolare reputazione di genio da secoli attribuita all’uomo di Vinci? Oppure cinquecento anni di storia avrebbero messo al riparo Leonardo da titoli irriverenti quali “Il flop di Leo”, “Da Vinci? Da Perdi, piuttosto”, “Leonardo le sparava grosse ma non abbastanza”.
Diciamo piuttosto che la balestra veloce è un simpatico esperimento il cui esito non poteva che essere positivo: Leonardo era un genio perché la sua vita lo dimostra e di conseguenza anche le balestre non possono che sparare in questa direzione. Siamo noi, meno che geni, ad aver bisogno di certe conferme.
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