Non c'è dubbio che “L'Infedele” di Gad Lerner, il lunedì sera su La7, sia una delle trasmissioni di approfondimento più interessanti. A volte l'approfondimento è così profondo che, personalmente, mi ritrovo immerso in una sorta di coma, uno stato nebbioso della mente che, nei testi scientifici, viene catalogato come “sonno”. L'altra sera, però, “L'Infedele” ha avuto un momento che, di colpo, mi ha risollevato le palpebre.
E' stato quando Ombretta Colli, senatrice del Pdl, imbastendo una difesa di Roberto Formigoni, inguaiato da faccende natatorie, ha azzardato: «Ma, insomma, alzi la mano chi non ha mai fatto una vacanza in barca?» Ovviamente una fitta boscaglia di braccia si è subito levata al cielo e tutti gli ospiti di Gad, risorti dal coma farmaceutico, l'hanno coperta di contumelie. Ecco la solita privilegiata, ammessa all'esclusivo circolo della Casta, che non sa come vanno le cose nel mondo, pensa che alla mensa dei poveri si distribuisca caviale, che il 12 barrato sia una fragranza di Chanel e che timbrare il cartellino serva a farsi ammettere nella saletta vip del Billionaire.
A dire il vero, a me stupisce ancor di più il percorso intellettuale della senatrice Colli la quale, ai tempi suoi, sembrava avere una visione piuttosto radicale della differenza tra ricchi e poveri. Non solo, anche tra uomini e donne. Tanto è vero che, nella Canzonissima 1969, presentò un fondamentale brano - “La mia mama” - di sapore ribellistico: «La mia mama vuol che sposi ma sposarmi non mi va». C'era in lei, una più marcata solidarietà sociale: “Siamo tutti sulla stessa barca”, per intenderci, e non “ognuno sul suo yacht”. C'era infine più spirito rivoluzionario, più iniziativa: cambiare le cose per il meglio, insomma, e non un fatalistico “finché la barca va”. Che, detto per inciso, appartiene al campo di studi della professoressa Berti.
E' stato quando Ombretta Colli, senatrice del Pdl, imbastendo una difesa di Roberto Formigoni, inguaiato da faccende natatorie, ha azzardato: «Ma, insomma, alzi la mano chi non ha mai fatto una vacanza in barca?» Ovviamente una fitta boscaglia di braccia si è subito levata al cielo e tutti gli ospiti di Gad, risorti dal coma farmaceutico, l'hanno coperta di contumelie. Ecco la solita privilegiata, ammessa all'esclusivo circolo della Casta, che non sa come vanno le cose nel mondo, pensa che alla mensa dei poveri si distribuisca caviale, che il 12 barrato sia una fragranza di Chanel e che timbrare il cartellino serva a farsi ammettere nella saletta vip del Billionaire.
A dire il vero, a me stupisce ancor di più il percorso intellettuale della senatrice Colli la quale, ai tempi suoi, sembrava avere una visione piuttosto radicale della differenza tra ricchi e poveri. Non solo, anche tra uomini e donne. Tanto è vero che, nella Canzonissima 1969, presentò un fondamentale brano - “La mia mama” - di sapore ribellistico: «La mia mama vuol che sposi ma sposarmi non mi va». C'era in lei, una più marcata solidarietà sociale: “Siamo tutti sulla stessa barca”, per intenderci, e non “ognuno sul suo yacht”. C'era infine più spirito rivoluzionario, più iniziativa: cambiare le cose per il meglio, insomma, e non un fatalistico “finché la barca va”. Che, detto per inciso, appartiene al campo di studi della professoressa Berti.
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