La bilancia dei posti

Sono quasi sicuro che l’ultima persona vorreste sentire parlare di lavoro e disoccupazione sono io. Ci sono varie ragioni che potrebbero ben motivare la vostra diffidenza. La prima, e fondamentale, è questa: in quanto giornalista, che cosa ne so io di lavoro? Come esperienza diretta, niente: su questo avere ragione. Però sono abituato a guardarmi intorno e a leggere cose che, qualche volta, si rivelano perfino interessanti. Tra queste, un rapporto sui posti di lavoro guadagnati e persi nello scorso mese di dicembre negli Stati Uniti. Il bilancio finale, diciamolo subito, è in positivo: rispetto a novembre c’è un saldo in nero di 74.000 posti di lavoro. Un dato che da quelle parti valutano con una punta di delusione: «Si tratta» sottolinea l’analista di turno, «dell’incremento minore degli ultimi tre anni».

Nell’osservare un minuto di silenzio per il dolore dell’analista di cui sopra, ne approfittiamo per dare un’occhiata nel dettaglio al mercato del lavoro statunitense. A far guadagnare posti ci ha pensato soprattutto il settore del commercio al dettaglio - “retail trade” - che ha portato sulla bilancia il peso di 15.000 nuove assunzioni. Bene anche il commercio all’ingrosso - “wholesale trade” - con quasi 6000 lavoratori in più impiegati. Sorrisi anche dal comparto turistico, da quello delegato alla produzione di beni “durevoli” e da quello che, invece, si occupa di creare beni “non durevoli” (i dischi di Justin Bieber, suppongo).

Ma la parte veramente interessante del rapporto viene laddove si registra il segno meno, ovvero dove vengono registrati i posti “perduti”. Ebbene, a dare un doloroso ma - si suppone - necessario contributo al calcolo è il pubblico impiego: il governo federale, in dicembre, ha perduto quasi tremila posti, quelli “locali” in totale 14 mila. Segno, forse, che è possibile alleggerire i gravami dello Stato senza per questo confrontarsi con paludi di disoccupazione. Ma forse la mia lettura giornalistica è sbagliata. Non lo escludo: leggo che l’informazione, a dicembre, ha perduto 2.600 posti.

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