La bomba

La bomba

Annunciava l’agenzia Ansa un paio di giorni fa: «Sono cominciate intorno alle 8,30 le operazioni di "dispolettamento" della bomba d’aereo americana da 243 chili, di cui 122 di tritolo, ritrovata in un cantiere di via Dalmazia a Brescia».

La cosa straordinaria di questa notizia è che non è straordinaria affatto. Il ritrovamento di bombe inesplose risalenti alla Seconda guerra mondiale è anzi piuttosto comune, se non frequente. Ed è questo, se permettete, che stupisce: 66 anni dopo la fine della guerra, il nostro Paese è ancora discretamente disseminato di quel tritolo inteso a far saltare l’Asse Roma-Berlino-Tokio. Se a questo aggiungete che, dopo circa 16 anni, un camorrista può saltar fuori da un buco e che, nella vostra cantina, sicuramente giace un imbarazzante 45 giri di Baltimora, possiamo tranquillamente concludere che, in realtà, viviamo tutti sulla cima di una montagna di ciarpame della quale a malapena conosciamo la composizione.

È anche vero che ogni epoca lascia ai posteri i residuati che le sono propri. Durante la Seconda guerra mondiale furono scagliate migliaia di tonnellate di esplosivo: è quasi giocoforza che qualcosa sia arrivato fino a noi. Viene da domandarsi quali residuati lascerà la nostra epoca. Magari, tra 66 anni, l’Ansa darà notizia dell’allarme causato, nel Bresciano, dal ritrovamento di un’intervista inesplosa a Vittorio Sgarbi.

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