La Cina ride

La ragione della loro sventura sta nel fatto, incontestabile, che Photoshop è figlio del capitalismo più infido, è spia dell’imperialismo americano, è braccio virtuale dei nemici del popolo. Comunque sia, per colpa di Photoshop, tre dirigenti di mezza tacca del Partito comunista cinese, sezione provinciale dello Sichuan, contea di Huili, sono gli zimbelli della Repubblica popolare la quale conta, nei giorni senza vento, su una popolazione di un miliardo e trecento milioni.
Non dev’essere piacevole sentirsi presi dai fondelli da una simile massa di persone ma, ai tre, Photoshop l’ha fatta davvero grossa: essi compaiono in una fotografia, pubblicata dalla stampa propagandistica locale, impegnati nel sopralluogo presso una strada in costruzione. Peccato che si tratti di un fotomontaggio o, per essere precisi, del peggior fotomontaggio mai tentato sulla faccia della Terra. I tre sembrano fluttuare sull’asfalto a venti centimetri d’altezza. Non solo: i loro corpi non proiettano ombra e mantengono posizioni sospette se non proprio innaturali. Da giorni la foto è oggetto, in Cina, di satira incessante: le sagome dei tre, tolte dalla strada, compaiono di volta in volta, per il divertimento di tutti, sulla Luna, al fianco del leader nordrcoreano Kim Jong-il e sulla spalla del monumentale Cristo di Rio de Janeiro.
La Cina ride dei suoi leader, insomma, anche se per ora soltanto dei più piccoli. E per quanto possa dispiacere ai tre dirigenti, il suono di un miliardo e trecento milioni di persone che ridono a noi, in Occidente, mette allegria.

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