Premesso che il 2015, a meno di improbabili svolte nel finale, non è stato un anno di quelli che si ricorderanno con soddisfazione e premesso anche che di anni floridi non se ne presentano ormai da un pezzo, è legittimo incominciare a chiedersi come sarà il 2016. Domanda del tutto campata in aria, perché nessuno può saperlo: non gli astrologi, non i giornalisti, non i maghi, non gli economisti. Eppure è proprio a questi ultimi – oltre che a diplomatici, esperti in strategia geopolitica e consulenti in materia di sicurezza – che Bloomberg News ha chiesto un ritratto dell'anno in arrivo. A essere precisi, Bloomberg non ha preteso una previsione semplice ma una previsione fosca: in altre, parole ha voluto che i summenzionati esperti ipotizzassero gli “scenari peggiori” che potrebbero verificarsi nel 2016. Il ventaglio di possibilità emerso dalle risposte non è rassicurante: si va dalle più squassanti turbolenze nel mercato del petrolio, ai raid di Israele contro il nucleare iraniano, all'inasprirsi dei fenomeni dovuti al riscaldamento globale, all'esplosione-implosione dell'Unione europea, fino alla prospettiva, a suo modo particolarmente agghiacciante, dell'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Per ogni “scenario”, un elenco di possibili conseguenze, nessuna delle quali ci aiuterà, la sera, a chiudere occhio serenamente. Quello di Bloomberg è dunque un vero e proprio manuale per pessimisti e prende spunto forse dalla constatazione, sempre più frequentemente imposta dai tempi in cui viviamo, che la legge di Murphy è sacrosanta: se qualcosa può andar male, lo farà. Resta da chiedersi che diritto abbiamo al pessimismo. Lo si considera quasi sempre una forma di sano realismo, ovvero una vena di amara saggezza che ci mette al riparo dalle illusioni. Sarà così. Prima di crogiolarci in esso, tuttavia, ricordiamoci sempre che ogni sottrazione di speranza è un torto che facciamo a noi stessi e un insulto a chi, in tutta sincerità, vorrebbe campare senza la lagnosa colonna sonora del nostro cinismo.
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