La competizione

La competizione

Proprio vero: quella umana è una macchina costruita per funzionare in condizioni precise. Qualche sbalzo di umidità, pressione e, soprattutto, temperatura, e incominciano i problemi. Ce ne accorgiamo d’estate, quando il termometro sale e i cervelli picchiano in testa.

Curiosamente, sintomo principale del malfunzionamento è proprio l’ossessione per le temperature. Durante le ondate d’afa, la gente si sfida a colpi di record: «Oggi sul mio balcone c’erano 42 gradi» dice uno. «Aria fresca» replica un altro: «Nella mia auto, rimasta parcheggiata nel Sahara tutto luglio, ho trovato 57 gradi». «Sciocchezze» interviene un terzo: «A mezzogiorno ho pranzato su un pannello fotovoltaico e c’erano 65 gradi». C’è poi chi, sprovvisto di record, gioca la carta del "tasso di umidità": «Come gradi» afferma, «eravamo sui 32, ma c’era un’umidità che non ti dico. Sarà stata del 2600 per cento».

Lo stesso accade ora che il termometro va sottozero. «Stamattina davanti a casa mia era a -15» attacca il primo. «Ah!» ridacchia il secondo, «Nella mia cantina, dove casualmente ricovero blocchi di ghiaccio da una tonnellata, siamo arrivati a -30». «Bazzecole» li liquida il terzo: «Io ho dormito in un frigo in cima al Monte Bianco: c’erano -62 gradi!» E mostra sul telefonino la foto del termometro.

Non so che cosa significhi, sul piano sociale, questa ostinata competizione termica. Forse potrebbe interessare i neurologi, visto che il cervello è l’unico organo che, a quanto pare, riesce a bollire anche quando è congelato.

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