La corriera "disciplina"

“Disciplina" è una parola oggi guardata con sospetto a meno che non sia associata allo sport. E anche in questo caso molti la osservano coltivando un secondo fine: ci si assoggetta alla disciplina di uno sport nella speranza di diventare campioni nel medesimo (specie nel calcio) e come tali non essere più soggetti ad alcuna disciplina, per esempio quella che regola il rapporto con gli altri. Il termine "disciplina", tuttavia, si intende esteso anche - leggo nel dizionario - al «controllo dei propri impulsi». E qui casca il proverbiale asino.

Meglio ancora: è qui che si rinnova l’eterna lotta dell’uomo con se stesso. Come controllare le proprie azioni? Come dominare gli istinti senza imporsi regole mortificanti e punitive? Una forma di autodisciplina "dolce" se non proprio "facile" credo sarebbe ben accetta e incontrerebbe grande successo.

Forse, in questo senso, sarà utile riferire di un esperimento condotto alla City University di Londra e dedicato all’elemento tentatore per antonomasia: il cioccolato. Diversi gruppi di volontari sono stati attrezzati ognuno con una paccata di tavolette di cioccolato e ognuno anche con una diversa tecnica psicologica per resistere alla tentazione di strafogarsene. Ebbene, la tecnica che ha avuto più successo è quella chiamata "mindbus". I volontari sono stati istruiti a immaginare di essere autisti alla guida di un bus. Inoltre, hanno dovuto pensare ai pensieri "cattivi", quelli in grado di indurli in tentazione, come a passeggeri eccentrici, "difficili" e indisciplinati: una volta costruita questa architettura mentale, spettava agli stessi volontari decidere come confrontarsi con i passeggeri riottosi, ovvero se imporre la loro autorità con gentilezza, piuttosto che con fermezza. In ogni modo l’esperimento ha funzionato. Ne traggo interesse ma, credo, scarse speranze di poterne farne uso: dovessi figurarmi un bus, non potrei fare a meno di immaginarmelo in ritardo.

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