Scrivere di "muffin", ieri, mi ha fatto venir fame. E la fame mi ha fatto pensare al cibo. Vedete quanto sono originali i miei processi mentali? Non basta: pensare al cibo, mi ha fatto pensare alla televisione. Questo per il buon motivo che, lo avrete senz’altro notato, in tv si cucina parecchio.
Quattro nomi, i primi che vengono sulla lingua: Antonella Clerici, Benedetta Parodi, Edoardo Raspelli e Davide Mengacci (quest’ultimo, fateci caso, rappresenta un curioso incrocio tra essere umano e cartone animato, tra gastronomo e fumetto, tanto che avrebbe potuto rivendicare una parte in "Ratatouille" senza aver bisogno di trucco e costume). L’universo digitale e satellitare offre poi infiniti altri approdi al telespettatore affamato: ci sono canali dove non si fa altro che sminuzzare e rosolare, insaporire e infornare. Spingendoci un poco oltre, si può affermare che, in televisione, più che altro si litiga e si cucina, probabilmente a causa del fatto che la prima attività, stimolando i succhi gastrici, conduce alla seconda.
Personalmente, amo molto i canali gastronomici: le cucine tv, inondate di luce, arredate con ogni possibile pentolame e fornite di rassicurante convivialità, sembrano le uniche finestre illuminate di un universo televisivo altrimenti oscuro e sinistro. L’unica inquietudine può venire dall’immaginare l’occhio arcigno di un La Russa il quale, giusto reduce dall’ennesima rissa a Ballarò, ci spii dalla finestra, invidioso dei nostri manicaretti.
Quattro nomi, i primi che vengono sulla lingua: Antonella Clerici, Benedetta Parodi, Edoardo Raspelli e Davide Mengacci (quest’ultimo, fateci caso, rappresenta un curioso incrocio tra essere umano e cartone animato, tra gastronomo e fumetto, tanto che avrebbe potuto rivendicare una parte in "Ratatouille" senza aver bisogno di trucco e costume). L’universo digitale e satellitare offre poi infiniti altri approdi al telespettatore affamato: ci sono canali dove non si fa altro che sminuzzare e rosolare, insaporire e infornare. Spingendoci un poco oltre, si può affermare che, in televisione, più che altro si litiga e si cucina, probabilmente a causa del fatto che la prima attività, stimolando i succhi gastrici, conduce alla seconda.
Personalmente, amo molto i canali gastronomici: le cucine tv, inondate di luce, arredate con ogni possibile pentolame e fornite di rassicurante convivialità, sembrano le uniche finestre illuminate di un universo televisivo altrimenti oscuro e sinistro. L’unica inquietudine può venire dall’immaginare l’occhio arcigno di un La Russa il quale, giusto reduce dall’ennesima rissa a Ballarò, ci spii dalla finestra, invidioso dei nostri manicaretti.
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