triste giorno quello di martedì scorso, nel mondo della televisione. In America è infatti andata in onda la puntata finale di “Parks and recreation”, la sit-com più divertente che si ricordi dai tempi, lontani, di Mary Tyler Moore. In Italia “Parks and recreation” è passata quasi inosservata in un canale Premium a pagamento. Non c’è da stupirsi: la serie è umoristica e l’umorismo raramente da noi raggiunge il grande pubblico. La comicità sì, non c’è dubbio, ma è tutta un’altra cosa.
Tra i meriti della succitata serie, c’è quello, unico, di aver dato vita e spazio a un personaggio particolare nel panorama tv: Ron Swanson, interpretato dall’attore Nick Offerman. Direttore del Dipartimento di cui al titolo della sit-com, Ron è il libertario americano duro e puro. Egli detesta ogni forma di governo e disprezza i regolamenti che i burocrati vorrebbero spargere, come prezzemolo, sulle attività umane. Da un punto di vista alimentare è senz’altro politicamente scorretto: ama le bistecche, respinge le insalate («No, grazie, non sono un coniglio») e vorrebbe veder applicato in ogni frangente il più assoluto libero arbitro: «In America se un individuo desidera ingrassare fino a 200 chili e morire d’infarto a 43 anni è libero di farlo. Per me, questo è bellissimo».
Pur nel contesto umoristico, le battute di Ron Swanson hanno fatto scoprire agli americani molte verità del pensiero liberale, altrimenti convogliate, quando convogliate, da esponenti della destra estrema non di rado in sospetto di razzismo e bigottismo. Nel confronto costante con la collega-controparte, l’attivissima Leslie Knope, funzionaria tutta iniziative sociali e pubbliche, Swanson ci ricorda che governo non è necessariamente sinonimo di società e che lo Stato è spesso quella cosa che ha bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di lei. Soprattutto, ci dice che può esistere una destra tosta, ragionevole e insieme brillante. E non soltanto, come accade da noi, involontariamente.
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