La discoperta

La discoperta

Bisogna ammettere che, alla fine, questa faccenda dei neutrini si è rivelata una delusione. Adesso salta fuori che non viaggiavano affatto alla velocità della luce, anzi: parevano invece camper in coda sulla A1. Inoltre, come ha annotato la mia amica Claudia, adesso che cosa ce ne facciamo di un tunnel di 730 chilometri?

Pareva avessimo fatto un figurone, noi italiani, scoprendo la prima particella subatomica in grado di infrangere la barriera della luce: purtroppo, si trattava di un banale errore di calcolo. Che sulla matematica non fossimo proprio ferrati, a dire il vero, si poteva immaginarlo: basta esaminare il bilancio di una qualsiasi Asl. Resta una gran delusione, visto che la comunità scientifica internazionale, per una volta, ci aveva preso sul serio.
C’è da sperare, a questo punto, che non sia stata colpa nostra. Nel senso che questi tempi, ammantati di crisi  e recessione, potrebbero segnare un’inversione di tendenza nel campo scientifico: dall’era delle scoperte, siamo passati a quella delle discoperte. Dopo la velocità dei neutrini, altre certezze della fisica potrebbero vacillare. Potremmo scoprire che le leggi della termodinamica sono chiacchiere da bar, che i principi di conservazione valgono solo fino alla scadenza stampigliata sull’involucro e che la legge di gravità non è affatto una legge ma al massimo un regolamento condominiale.

Epoca interessante, questa della discoperta. Soprattutto per gli studenti, che si sentiranno ordinare: «Per domani, disimparate da pagina 22 a pagina 40. E niente scuse!»

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