C'era una volta una Famosa Giornalista che non ha neppure bisogno di essere nominata. Ci sono ancora, a quasi quattro anni dalla sua scomparsa, Famosi Colleghi che la ricordano, raccontandoci sul suo conto quanti più aneddoti riescono a tirar fuori.
Della Famosa Giornalista c'è poco o tantissimo da dire, a seconda se si voglia concentrarsi su di lei o meno. È tuttora amata e odiata in egual misura, specie per i veementi pamphlet di cui fu autrice negli ultimi anni della sua vita. I Famosi Colleghi che parlano di lei rappresentano invece un argomento pressoché inesplorato.
Ricordando la Famosa Giornalista, essi fanno a gara nel precisare con vividi dettagli quanto lei - di personalità magnetica, brusca e, diciamola tutta, alquanto dispotica - amasse mettere loro i piedi in testa. Si tratta di direttori, ex direttori, inviati di prestigio, editorialisti, commentatori di varia foggia: in tutti loro il ricordo del genio di cui era dotata la Famosa Giornalista si associa a un buffo elenco di angherie, insulti, umiliazioni, capricci, prepotenze, schiaffi, torture psicologiche, sonni interrotti, sberleffi, docce scozzesi, pernacchie, scherzi, ingiustizie, voltafaccia, contumelie, rimbrotti, ricatti morali, sfottò, scatti di nervi, sgarbi e abusi. Tutta roba che per quanto concerne la Famosa Giornalista - di cui oggi resta solo l'opera, da apprezzare o respingere, a scelta - non significa più nulla. Mi chiedo cosa riveli, invece, sul conto dei Famosi Colleghi.
Della Famosa Giornalista c'è poco o tantissimo da dire, a seconda se si voglia concentrarsi su di lei o meno. È tuttora amata e odiata in egual misura, specie per i veementi pamphlet di cui fu autrice negli ultimi anni della sua vita. I Famosi Colleghi che parlano di lei rappresentano invece un argomento pressoché inesplorato.
Ricordando la Famosa Giornalista, essi fanno a gara nel precisare con vividi dettagli quanto lei - di personalità magnetica, brusca e, diciamola tutta, alquanto dispotica - amasse mettere loro i piedi in testa. Si tratta di direttori, ex direttori, inviati di prestigio, editorialisti, commentatori di varia foggia: in tutti loro il ricordo del genio di cui era dotata la Famosa Giornalista si associa a un buffo elenco di angherie, insulti, umiliazioni, capricci, prepotenze, schiaffi, torture psicologiche, sonni interrotti, sberleffi, docce scozzesi, pernacchie, scherzi, ingiustizie, voltafaccia, contumelie, rimbrotti, ricatti morali, sfottò, scatti di nervi, sgarbi e abusi. Tutta roba che per quanto concerne la Famosa Giornalista - di cui oggi resta solo l'opera, da apprezzare o respingere, a scelta - non significa più nulla. Mi chiedo cosa riveli, invece, sul conto dei Famosi Colleghi.
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