La festa dei mostri

La festa dei mostri

Non piace ai cattolici, perché ha un sapore pagano, se non addirittura esoterico, che poco si addice alla fede; non piace ai critici del consumismo perché provvede il mercato di una pretestuosa impellenza tesa a smagrire il bilancio familiare e non piace a me per il semplice fatto che "ai miei tempi" non c’era e io, dal basso del mio intelletto zavorrato, guardo a tutto ciò che ai miei tempi non c’era con una robusta dose di sospetto.

Poco importa, tuttavia, che ai cattolici non piaccia e ancor meno che sia inviso ai critici del consumismo; del tutto irrilevante, infine, che non raccolga il mio consenso: Halloween piace ai ragazzini e tanto basta.

I ragazzini, per chi ancora non se ne fosse accorto, dominano il mondo a colpi di musi lunghi, piedi strascicati e, soprattutto, con la costante, anche se sommessa, minaccia di privare i genitori di quell’affetto per fornire il quale sono stati messi al mondo. Per questa ragione, decidono loro che cosa "piace" o no: sia la saga di Twilight, Halloween o un buco nel muro.

Nessuna sorpresa, in questo. Ai miei tempi (rieccoli!), a me e ai miei coetanei piacevano cose che, a pensarci adesso, avrebbero dovuto indurre gli adulti di allora a darci una passata con il lanciafiamme e che invece tolleravano con fin troppa grazia. Quello che non capisco è la necessità - meglio: il fascino - di una festa che, per sua natura, ammucchia mostri di fattezze disparate in un contesto lugubre e autunnale. Mi pare, così a occhio, che i ragazzi dovrebbero averne abbastanza di mostri che caracollano intorno a loro e, se così non è, dovrebbero farsi due passi a occhi aperti: il panorama di deformità morali, tentacoli caratteriali, tumescenze intellettive è tale da coprire di Halloween l’intero calendario.

Ma forse hanno scelto bene, loro, tra mostri orripilanti ma innocui e creature che così, a vederle, non fanno paura ma in realtà lasciano ferite insanabili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA