La giacca assurda


Un’esperienza che consigliei a molti se non a tutti è quella di dedicare un pomeriggio - ma basta anche un’ora - alla visione della tv cinese. Unico accorgimento, dovete essere in Cina. In caso contrario sareste costretti ad accontentarvi di uno dei canali che trasmettono in cinese via satellite, generalmente notiziari o documentari: per ottenere lo scopo a cui mira questo esperimento, però, tali trasmissioni non servono. È necessaria invece un’immersione, anche breve ma completa, nella vera televisione cinese, quella locale.

Quando sarete in grado di farlo, vi sarà facile sintonizzarvi in uno dei tanti programmi di intrattenimento che vanno in onda il pomeriggio: questo potrebbe portarvi a una delle parentesi più insulse della vostra vita, lo riconosco, ma se l’esperimento riesce vivrete al contrario un’esperienza irripetibile, addirittura extracorporea (secondo me il miglior tipo di esperienza possibile: una volta proposi a una hostess una reciproca esperienza extracorporea, ovvero io avrei potuto entrare nel suo corpo e lei avrebbe avuto libero accesso al mio, ma per qualche ragione non accettò).

Il programma della tv cinese vi introdurrà in un mondo dove personaggi dalle assurde giacche colorate scoppiano a ridere nei momenti più imprevisti e in cui il suono della lingua, incomprensibile, sembra del tutto slegato dall’atmosfera generale dello spettacolo. Sul più bello irromperà sullo schermo, in sovraimpressione, un affollamento straordinario di caratteri cinesi, uno sbarramento di ideogrammi colorati, gommosi, che saltellano, si gonfiano ed esplodono, con il risultato che la scena, invece di chiarirsi, diventerà ancora più confusa. Qualche minuto di esposizione a questa scena produrrà un distacco della vostra mente dal corpo. Tutto sembrerà più leggero e rarefatto e la vostra coscienza si libererà di un gran peso. Infine, raggiungerete l’illuminazione: il cinese con la giacca assurda, concluderete, ha un senso, Gerry Scotti no.

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