Vero è che in questo Paese l’iniziativa privata non è mai tutelata. Leggiamo dall’Ansa quanto accaduto in provincia di Benevento: “Un vigilante pur di uscire dal lavoro precario e ottenere un posto fisso ha inscenato un falso gesto eroico: è successo nel Sannio dove l’uomo ha sparato sul suo giubbino antiproiettile dei colpi di pistola per simulare un conflitto a fuoco con dei malviventi”. Quando si dice un buon piano. Anzi, oggi è preferita l’espressione “progetto”. Ma ecco lo statalismo più granitico schiacciare tutto sotto il suo peso: “In 24 ore la guardia giurata è stata scoperta e denunciata dai carabinieri”.
D’accordo, forse il piano – pardon, il progetto – non era a prova di bomba (o di proiettile) ma la reazione dello Stato, al solito, è stata vendicativa, come sempre nei confronti di chi dimostra spirito d’impresa. Se guardiamo ai fatti, il tentativo della guardia giurata equivale in tutto e per tutto all’abbellimento di certi curricula presentati, anche per ottenere posti pubblici, tanto da medici come da ingegneri, da contabili come da avvocati. Qualcuno ha esagerato nei titoli perfino quando si è candidato da premier. Se ci mettessimo a far lavorare solo chi è capace andremmo alla deriva, senza contare quanto velleitario sarebbe il tentativo di voler cancellare e appianare, in questo Paese soprattutto, ma anche in tutti gli altri, ogni forma di esagerazione e di rigonfiamento dell’io. Al massimo, si potrà comprendere se la qualifica della guardia verrà aggiornata da giurata a spergiurata.
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