Nel mondo frettoloso apprezziamo la sintesi. Ecco perché la frase che ho appena scritto consta in tutto di sei parole. Volendo, si può stringere ancora di più: «Sintesi? Sì, grazie». Il «grazie» rappresenta l’ultimo orpello della civiltà.
La fretta sociale concepisce figli curiosi. Per esempio, le liste di “consigli” che troviamo online e che dovrebbero risolverci tutti i problemi, alcuni in contraddizione tra loro: come diventare genitori coscienziosi e dormire sodo la notte.
Le liste non vanno mai oltre i dieci punti, altrimenti la gente non le legge e men che meno le applica. Potrebbe esserci la lista per diventare Superman in quindici minuti ma, se è composta da 11 parti, che palle: sarà per un’altra volta.
Intanto, sappiate che i consigli per “flirt infallibili” sono 10, mentre quelli per il “colloquio di lavoro ideale” appena 9: più impegnativo “vendersi” come amanti che come impiegati. Per “costruire un blog vincente” bastano 6 consigli, mentre ce ne vogliono 8 per “rimanere idratati” (il primo è “bere acqua”, chi l’avrebbe detto?). “Calmare le coliche del neonato” è affare da “10+1” consigli: vien quasi la tentazione di lasciare il frugoletto in preda ai dolori. Meno male che per “viaggiare in Lapponia” bastano 4 consigli, il primo dei quali potrebbe essere “non andare in Lapponia”. Invece è “saper condurre una slitta trainata da husky”. Mi chiedo di quanti consigli sia composta la lista che gli husky consultano riguardo agli uomini.
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