Vivo in queste ore in un curioso stato di sospensione che definire vita mi sembra troppo ma, d’altra parte, neppure ha molto della sua triste alternativa. La sospensione di cui sopra, che mi costringe in una condizione innaturale e insieme soffocante, me la sono procurata da solo ordinando qualcosa, da bravo ometto moderno, su Internet.
L’ordine si fa in Rete ma il ricevimento della merce, come si sa, avviene ancora alla vecchia maniera, ovvero con la consegna di un pacco. I pacchi, anche questo si sa, li consegnano i corrieri e i corrieri arrivano quando arrivano, come ladri nella notte, come brufoli nell’adolescenza, come congiuntivi in un discorso del senatore Razzi: arrivano di sicuro ma non si sa quando se non che sarà il momento sbagliato.
I corrieri, bisogna riconoscerlo, non si sottraggono agli impegni; soltanto, amano definirli con larghezza: “La consegna avrà luogo nella fascia oraria dalle 9.00 di domani alle 13,00 del 31 dicembre 2135”. Cascasse il mondo, il corriere si farà vivo in questa “finestra oraria”, dovesse consegnare la merce anziché a voi, che l’avete ordinata, al vostro pronipote che neppure avete conosciuto.
L’attesa del corriere comporta nelle case un repentino cambiamento di abitudini. A tutti i membri della famiglia è proibito parlare o provocare rumori di sorta; i rumori potrebbero coprire il suono del citofono e se non si risponde al citofono con la dovuta sollecitudine sappiamo tutti che cosa succede: il corriere appiccica al portone un foglietto scarabocchiato e se ne va. Sul foglietto sono riportate le istruzioni per contattare il call center del centro di distribuzione: digitare 1 se si vuole ascoltare “Yesterday”, 2 se si vuole ascoltare “Hotel California” e 3 se si vuole attendere senza alcuna colonna sonora. In nessun caso si avrà risposta.
Non esistono tecniche per accelerare o tantomeno programmare l’operazione di consegna, anche se alcuni esperti hanno osservato che il citofono tende a suonare non appena ci si chiude in bagno per fare la doccia.
I corrieri, in conclusione, ci allenano alla vita: piena di sorprese che alla fine si rivelano pacchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA