La malattia

La malattia

Sapevate che, proprio adesso, mentre state leggendo, è in corso nel mondo un’epidemia di malaria di proporzioni mai viste?

Io non ne sapevo nulla e avrei continuato a non saperne nulla se non mi fosse capitata sotto gli occhi, ieri, una notizia d’agenzia: «I cambiamenti climatici stanno facendo aumentare le zone in cui la zanzara vettore della malaria può vivere e infettare l’uomo. Secondo le stime, più del 40% della popolazione mondiale rischia di essere contagiato. Il 90% dei casi per ora riguarda l’Africa, ma la nuova frontiera della patologia è il Sud-est asiatico, dove l’83% della popolazione, pari a un miliardo e 300 milioni di persone, è a rischio».

Lo so: da noi la malaria è una malattia passata di moda, al pari della febbre gialla e della gotta. Si limita a evocare scenari cinematografici tra l’avventuroso e il romantico: una carovana di esploratori procede nel fitto della foresta quando l’infermiera Jane, innamoratissima del capo-spedizione Roger, viene colta dal male e, tremante, muore tra le braccia del suo amato.

Nella realtà, però, c’è poco romanticismo: secondo gli esperti, «anche l’area del Mediterraneo potrebbe essere a rischio». A noi, tuttavia, non succederà nulla: «I Paesi europei - tranquillizza l’agenzia - hanno le competenze sanitarie per affrontare la situazione». Saranno gli altri, eventualmente, a star male e a pagare il conto, anche fatale, della malaria. Un bel sospiro di sollievo. E la constatazione che a morire sono sempre gli altri quando, in fondo, i veri malati siamo noi.

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