La mappa

La mappa

Tra le numerose, anzi innumerevoli, amenità che circolano su Internet, i miei occhi ieri ne hanno intercettata una davvero notevole. La Rete, ricordatelo sempre, è sede dell’umorismo più raffinato, come quello che fiorisce prima o dopo le grandi sfide calcistiche, quando si ammirano bandiere dell’una o dell’altra squadra ornate di escrementi e tifosi dell’una o dell’altra squadra virtualmente sodomizzati da bruti superdotati.

In un simile contesto di colta amenità, non poteva che incontrare grande favore una riproduzione della mappa di Milano in circolazione da qualche giorno. Sull'intrico delle strade, delle linee tramviarie e di quelle della metropolitana, un artista, anzi un artista-sociologo, si è divertito a tracciare una mappa non ufficiale della città, dividendola in aree, o zone, culturali o sub-culturali. Ecco allora, a Nord della generosa metropoli meneghina, spuntare i quartieri riservati ad "arabi futuri terroristi", "podisti puttanieri", "traffico di organi", "pazzi" e "poliziotti corrotti". Più vicini al centro storico e, stretti tra loro, ecco "balordi", "puttane", "negri" e "froci" (non lontani, sarà un caso, spuntano gli "ex giornalisti"). A Sud, come è doveroso, vengono segnalati "terroni" e "studenti dalla terronia" ma anche "zingari" e "rom". A Ovest abbiamo un territorio diseguale, in un certo senso, popolato da "subamericani", "ebrei", "sfigati" e "puttane vecchie". I "trans" coprono una vasta area spingendo verso il centro "cinesi" e "provinciali di sera", giungendo a lambire i "bottegai" e, a una certa distanza, anche i "ladri". Restano al largo, verso Est, "avvocati falliti", "teppisti" e "puzza di pesce".

Insomma, ci sono tutti e ce n’è per tutti, in un elenco topografico di fatuo disprezzo che, laddove fallisce nel guidarci per la città di Milano, riesce pienamente a orientarci nel cervello di chi lo ha costruito.

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