La moglie

La moglie

Ho scoperto che cosa abbiamo in comune io e Rupert Murdoch. Non potreste immaginare due persone più lontane: lui è australiano, io no; lui è multimiliardario, io no; lui è quello che i giornali definiscono "tycoon", io quando pronuncio la parola "tycoon" mi slogo invariabilmente il pomo d’Adamo. Ma ecco la rivelazione: lui ha una moglie cinese e io anche. A quanto pare, l’umanità priva di moglie cinese è rimasta impressionata quando la signora Wendi Deng in Murdoch è intervenuta, con scatto felino, a difesa del marito, aggredito da un comico balengo durante l’udienza davanti alla commissione d’inchiesta. «Mi congratulo per il destro di sua moglie» ha detto, con ammirazione, uno dei commissari. A costui si è unito il resto del mondo (quello, ripeto, sprovvisto di moglie cinese).
Tra i pochi a non stupirsi, se permettete, il sottoscritto. Al quale non sono nuove la capacità di reazione ed, eventualmente, la durezza delle mogli cinesi. Non perché la mia vada malmenando chi mi si avvicina (anche se lo reputerei un gesto molto carino), piuttosto perché in Wendi ho rivisto, amplificato, un atteggiamento protettivo che conosco. E che ritrovo in una dichiarazione di Murdoch rilasciata prima dell’episodio: «Wendi ha insegnato alle nostre figlie il mandarino. Io non capisco una parola: loro si limitano a tradurre quanto ritengono necessario che io sappia». So che cosa vuol dire e, vi dirò, lo trovo meraviglioso: chi non vorrebbe una moglie che, in poche essenziali parole, vi riassume dal mandarino le complessità del mondo?

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